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Libretti sì, libretti no

Non sono un esperto in materia, ma mi sembra di capire che la pandemia sia ormai storia passata. C’è ancora, ma non fa più così paura. Fra guariti e vaccinati, sembra che la percentuale di persone che, a causa del Covid, ha conseguenze gravi, sia sufficientemente piccola da non destare particolari preoccupazioni. Ne segue che le misure di contenimento possono essere rilassate: mascherina non più obbligatoria e, eventualmente, si potrebbe tornare a distribuire i libretti dei canti durante le messe. C’è più di qualcuno che lo vorrebbe.

Ed è qui che mi sento chiamato in causa. La pandemia ci ha obbligati a trovare soluzioni a problemi che prima non avevamo. O forse che avevamo, ma non consideravamo tali. I canti online durante la messa sono una di queste soluzioni e, qui a Villar Perosa, mi sono felicemente preso io la briga di fornire questo servizio alla comunità. Finita la pandemia, teoricamente, potremmo anche tornare ai libretti.

I canti online hanno però alcuni vantaggi rispetto ai libretti: sono sempre nuovi e non sono limitati dal numero di pagine. C’è molta più scelta. Ricordo che, prima della pandemia, la limitazione dei libretti era già molto sentita, sicuramente da me, ma non solo. Capitava spesso di stampare fogli di canti e distribuirli prima della messa, anche durante normali messe non solenni, perché, molti canti che sui libretti non si trovavano, erano particolarmente adatti alla celebrazione di turno, al periodo liturgico o anche solo alle persone abitualmente presenti a quella messa. Ricordo che non vedevo l’ora che finisse questo calvario dello stampare i fogli. Ad un certo punto mi ero fatto un foglio canti fronte-retro, con circa 10 canti non inclusi nei libretti, in 100 copie. Li distribuivo ogni sabato prima di messa e li raccoglievo dopo, per evitare che andassero persi. Non riuscivo comunque a coprire tutte le eventualità che si presentavano durante l’anno liturgico e, se fossi stato ricco, sono sicuro che avrei proposto l’acquisto di nuovi libretti più completi, per tutti, a mie spese. Anzi, avrei proposto di creare noi nuovi libretti sulla base delle nostre preferenze.

Con i canti online tutti questi problemi non esistono e ci sono nuove possibilità. Per esempio: come coinvolgere i giovani a messa? Sicuramente cantare qualcosa che loro conoscono, perché l’hanno già cantato al gruppo giovani, a “Estate ragazzi”, in ritiro con qualche gruppo dei comuni limitrofi e cose del genere, è un modo per farli sentire più a loro agio a messa.

Altro esempio: come rendere solenne una messa che dovrebbe esserlo? Nulla vieta di cantare, durante la veglia di Pasqua, l’alleluia di Taizé (“Canto per Cristo“, per intendersi), che tutti conosciamo, ma è evidente che, se si propone un alleluia nuovo, più solenne, di sicuro effetto scenico, allora c’è più gente che vive la messa invece di subirla. E c’è più gente che esce da messa pensando che l’ha vissuta bene, senza annoiarsi troppo. E c’è più gente che chiede se non si possa cantare quell’alleluia anche nelle messe normali, durante l’anno. Questo significa che la messa, anche se è una messa “normale”, è più bella per tutti tutto l’anno, non solo a Pasqua e a Natale. Al momento non abbiamo abbastanza persone nel coro per poter fare un coro stabile in ognuna delle quattro messe di ogni settimana. Probabilmente non le avremo mai. Avremo, però, sempre, la possibilità di rendere più bella una comune messa, grazie ai canti nuovi, anche senza essere in 20 nel coro a cantare.

Un altro vantaggio dell’avere i testi dei canti online è che, dovendoli scegliere in anticipo, la scaletta è già pronta prima della messa. Questo permette, a chi suona, di sfruttare la mezz’ora prima della messa per fare delle prove tutti assieme, invece che per decidere quali canti fare. Questo metodo ha anche il merito di coinvolgere di più le persone, perché, per la maggior parte, arrivano a messa già sapendo cosa si canterà. Forse qualcuno sceglie a quale messa andare in base ai canti che gli piacciono di più e, se così fosse, ben venga. Ancora, otteniamo indirettamente una pubblicità sul fatto che le messe ci sono, dove sono ed a che ora sono. Questa pubblicità è particolarmente utile per le messe, liturgie e celebrazioni in genere che non sono di precetto, per cui spesso ci si dimentica anche dell’esistenza.

Infine ci resta un archivio storico di quali canti abbiamo cantato nelle messe precedenti, che è utilissimo per gli animatori per trovare ispirazione nello scegliere i canti per le messe a venire.

Senza dubbio usare solo i canti online ha anche dei difetti e, in questi anni di pandemia, ho potuto constatarne principalmente due.

Primo, non tutti si sentono a proprio agio con l’uso del cellulare. C’è chi è più abituato alla tecnologia e chi meno. Grazie alla mia professione di programmatore, so bene che non esite il “facile” e il “difficile”. Esiste solo il “conosciuto” e il “da studiare”. Non ha senso dire ad un altro: “ma dai, è facile”. È facile per te che lo sai fare. Per lui è da studiare. Inoltre, so bene che non si può sperare che le persone cambino le proprie abitudini spontaneamente. Nessuno si iscriverà mai ad un corso di alfabetizzazione informatica, solo per fare un favore a me o a te e per capire come leggere testi dei canti a messa. O il cellulare lo sanno già usare quanto basta, o per cantare non lo useranno, almeno non spontaneamente. Purtroppo (e per fortuna) non disponiamo di alcun mezzo coercitivo per far cantare le persone durante la messa, quindi possiamo solo sperare che cantino spontaneamente. Se, per cantare, devono prima studiare, non canteranno. E la colpa non sarà loro, ma nostra, utenti tecnologici, che pretendiamo che gli altri siano come noi.

Il secondo difetto dei canti online è la scarsa flessibilità della scaletta. Se si cantano solo i canti dai libretti, li si può decidere sul momento, perchè basta annunciare al microfono il numero del canto e tutti lo sanno cercare sul libretto.
Cercare un canto sul cellulare è molto più complicato, anche se si fornisse un elenco numerato analogo all’indice del libretto (spoiler: l’indice numerato online c’è già). È quindi auspicabile, per comodità di chi viene a messa, fornire una scaletta dei canti già pronta, prima della messa, in modo che nessuno debba cercare nulla. È già tutto lì, sull’unica schermata che contiene tutti i canti della messa. Questo però impedisce, durante la messa, di scegliere un canto all’ultimo momento o di cambiarne uno, in ragione della parola di Dio appena ascoltata o delle persone presenti nel coro in quel momento. È certamente possibile prevedere in anticipo un canto alternativo, scrivendo in scaletta cose come “La nostra offerta oppure Trasformi in Gesù” e poi decidere sul momento quale delle due, annunciandola al microfono, ma è il massimo che si può fare allo stato attuale delle cose: non è comunque molto comodo, per il pubblico, avere l’alternativa senza sapere fino all’ultimo quale canto si canterà e, in ogni caso, non risolve il problema alla base.

Cosa fare dunque? Da una parte questo nuovo mezzo che è internet ci permette di cantare al Signore con più entusiasmo, coinvolgendo più persone e comunicando meglio la nostra gioia. Dall’altra i libretti sono più flessibili, più comodi per tutti e più universalmente utilizzabili anche da chi non ha molta affinità con la tecnologia.

La domanda che ci viene posta, da chi non si sente a proprio agio con il cellulare, è:«Quando distribuirete di nuovo i libretti dei canti?». E la risposta che i musicisti che animano le messe vorrebbero poter dare è: «Mai».

Forse possiamo trovare un compromesso. Non capita praticamente mai che in una messa si eseguano esclusivamente canti che non ci sono sui libretti. Può capitare forse una volta all’anno alla messa di Pasqua o di Natale, giusto perché in quei casi ci troviamo assiduamente come coro e cerchiamo di sfruttare l’occasione per imparare qualcosa di nuovo, ma, in generale, anche se i testi dei canti vengono pubblicati online, mediamente almeno due canti su quattro sono canti presenti anche sui libretti. Alla messa prefestiva forse la media è più bassa, perché in quella messa capita spesso di attingere a canti che sui libretti non ci sono, ma alle altre messe è certamente più alta.

Nulla vieta quindi di fare entrambe le cose: distribuire nuovamente i libretti e, contemporaneamente, continuare a scegliere i canti in anticipo e pubblicarli online, scegliendo anche canti che sui libretti non ci sono. Chi preferisce usare i libretti non resterà completamente senza testi dei canti e qualcosa potrà cantare, se vuole. Chi preferisce il metodo online, continuerà a poterlo usare. Agli animatori delle messe resterà solo il compito di annunciare al microfono i titoli dei canti, con rispettivo numero sul libretto, come si faceva una volta, almeno per quei canti che sui libretti sono presenti. E se un animatore della messa decide all’ultimo momento di cambiare un canto, se non altro può scegliere il nuovo canto fra quelli presenti sui libretti. Se prendiamo questa strada, io continuerò volentieri a fornire il servizio di pubblicazione dei canti online e gli animatori delle messe continueranno ad essere liberi di usufruirne e, come sempre, saranno i benvenuti se ne usufruiranno.

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Ma quanti cantano?

La domanda sembra legittima: quante sono le persone che effettivamente cantano durante la messa? Questo gioco di squadra dello scegliere i canti in anticipo, del metterli online, dell’attenersi alla scaletta senza cambiarla all’ultimo momento, vale veramente la candela?

Purtroppo la risposta non è così semplice come vorremmo. Intanto è giusto notare che la domanda in sé non è particolarmente utile. Ci interessa davvero sapere quanti sono quelli che cantano? E se anche scoprissimo che nessuno canta, ma che in chiesa ci fosse una sola persona che segue i nostri canti e che grazie a quei canti riesce a pregare meglio, il gioco varrebbe ancora la candela? Ovviamente sì.

Detto questo, i numeri piacciono a tutti, soprattutto quando misurano il successo di un’iniziativa. Prendiamoli solo per quello che sono: numeri. È noto che ai numeri si può far dire di tutto, ma che di fatto loro non dicono nulla. Sono comunque utili a farsi una chiacchierata leggera e a cercare di migliorarci.

Ecco dunque alcune statistiche prese direttamente da questo sito che, ricordiamocelo, non dicono nulla, ma sono non di meno interessanti.

Per riferimento, la raccolta dei dati statistici anonimi su questo sito è iniziata il 30 Aprile 2021. Prima di allora non abbiamo dati affidabili. Questo sito non usa i cookies, quindi anche questi dati non sono poi così affidabili (probabilmente sono un po’ eccedenti), ma, in linea di massima, danno un’idea. Dal 30 Aprile in avanti sappiamo che:

  • Il sabato è il giorno in cui più persone guardano i testi dei canti (ovviamente, visto che li pubblichiamo sempre di sabato o di venerdì sera tardi)
  • In media ogni sabato ci sono circa 60 visitatori unici, numero che include sia chi guarda i canti di sabato per poi andare a messa di domenica, sia chi li guarda e non va a messa, sia chi li guarda solo durante la messa.
  • Il 10 Luglio abbiamo segnato il record di 119 visitatori unici (complice il matrimonio di Davide e Veronica)
  • Di domenica abbiamo circa 50 persone in media che guardano i testi dei canti (presumibilmente tutti durante le messe, visto che i “curiosi” fuori orario di messa probabilmente li guardano già di sabato)
  • La domenica più “cliccata” è stata il 23 Maggio (c’erano anche le prime comunioni) con 75 visitatori unici
  • Se escludiamo “Stai con me (versione villarese)”, che risente dell’effetto “prove canti” per le prime comunioni e se escludiamo anche “Gloria a Dio (Luigi Mariano)” che risente dello stesso effetto per la messa di ordinazione di Marco Longo assieme agli amici di Buriasco, il canto più cliccato in assoluto, contando solo le messe “ordinarie” è “Pane del cielo” (alla fine si pensa sempre a mangiare)

E per concludere, alcune curiosità:

  • Il 5 agosto qualcuno ha consultato il testo di “Resta qui con noi” mentre si trovava dalle parti di Seattle (USA). Buone ferie!
  • Analogamente qualcun altro dalle parti di Londra, il 14 Luglio, ha consultato “Ti ringraziamo“… forse temeva di non tornare a casa dopo la finale degli europei…
  • Il 20 Giugno, dalla Polonia, cantavano “Santo il Signore” (non ricordo quale partita ci fosse in quel periodo)

Detto questo, vi do l’appuntamento al prossimo report statistico, che farò quando avrò tempo e comunque non prima di qualche mese, per lasciare che si accumulino un po’ di dati nuovi su cui “ragionare”, scherzare e… cantare!

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Cosa vuol dire “Villar Perosa Community Edition”?

Puoi trovarlo anche abbreviato “VPCE”. Noi villaresi amiamo fare di testa nostra, quindi personalizziamo alcuni canti: a volte, rispetto all’originale, ne tagliamo un pezzo, altre volte ne aggiungiamo un altro. Non è come saltare una strofa o cantarne solo una su quattro, quello è normale un po’ ovunque. Qui a Villar Perosa, a volte, durante le prove canti per qualche messa solenne, decidiamo di apportare modifiche meno prevedibili e di certo complicate da annunciare al microfono appena prima del canto.

È così che nasce un canto VPCE: una strofa in più qui, un taglio di un ritornello e mezzo là. Solo che poi, mentre cantiamo queste versioni, se abbiamo davanti agli occhi il testo originale, rischiamo di confonderci. Per tale motivo, quando nasce un canto VPCE, lo mettiamo qui sul sito in aggiunta alla versione originale del canto, che ci serve comunque, perché quella originale è quella che di solito cantiamo, quando animiamo una messa per cui non abbiamo fatto particolari prove.